Gigi Riva: “Di quel mio primo campionato con la maglia del Legnano non ho dimenticato nulla.”

da | Gen 22, 2024

Da un incontro causale in Piazza San Magno nel 2007 nacque un intervista per Statistiche Lilla, che Vi riproponiamo oggi nel giorno della sua morte

LEGNANO – Nel giorno in cui Gigi Riva, il più grande giocatore che abbia mai indossato la maglia lilla, Vi riproponiamo un’intervista, nata da un incontro causale nella centralissima Piazza San Magno a Legnano tanti anni fa, che il Direttore di Sport Legnano Gianfranco Zottino ebbe il modo di realizzare per Statistiche Lilla, il primo web magazine dedicato all’A.C. Legnano da lui fondato nel 2004.

Era un venerdì di parecchi anni fa, il 20 aprile del 2007, quando il campanile della Basilica di San Magno batteva dodici rintocchi. Un signore vestito elegantemente in nero attraversa la piazza parlando al telefono. Ha un viso familiare, avvicinandoci sentiamo la sua voce mentre saluta il suo interlocutore chiudendo la chiamata e la troviamo inconfondibile: è Gigi Riva, il mitico “Rombo di tuono“.

Siamo praticamente faccia a faccia e non possiamo certo farci sfuggire l’occasione di scambiare due chiacchiere con lui, nella sua Legnano. Ci presentiamo, parliamo del nostro sito e della sezione speciale dedicata interamente alle sue gesta calcistiche e subito Riva con grande disponibilità ci parla di quel suo esordio calcistico con la maglia lilla, nell’ormai lontano campionato di serie C 1962/63.
Di quell’anno ricordo tutto, ogni partita, ogni momento, ogni particolare. L’emozione del mio esordio, il mio primo gol, tutto quanto. Magari di certe partite con la Nazionale ho dei ricordi sfuocati, ma di quel mio primo campionato con la maglia del Legnano non ho dimenticato nulla.

Quello che ci dice da legnanesi ci inorgoglisce non poco…
“In tanti anni passati nel mondo del calcio posso dire di non aver più ritrovato quell’atmosfera, quel modo genuino e spontaneo di vivere questo sport che c’era allora. Un calcio d’altri tempi, che oggi non esiste più. Ricordo che quell’anno riuscimmo a vincere entrambi i derby con il Varese [N.d.R. – la Pro Patria allora era ancora tra i cadetti] e questa cosa ci fece diventare degli eroi. Quando giravi per strada la gente si congratulava con te, era bellissimo“.

A dire il vero, ancora oggi la gente lo ferma per strada, qui a Legnano. Mentre parliamo si avvicina un signore in bicicletta che si ferma, gli stringe la mano dicendo: “Io l’ho vista giocare…“. Ancora tanto affetto, dopo tanti anni, segno che i legnanesi non si sono certo dimenticati di lei.
Anche allora tutti mi manifestarono un grande affetto. Io ero giovanissimo, avevo solo 16 anni, ero praticamente il cucciolo della squadra, tra l’altro ero magrissimo, mingherlino. Ricordo ancora con immenso piacere Luciano Sassi e tutti gli altri miei compagni di allora, i dirigenti, il pubblico, il calore della città, un ambiente davvero meraviglioso. Il calcio allora era vissuto come un divertimento, una passione, non era ancora business come oggi. Allora quando un giocatore finiva la sua carriera doveva pensare di trovare un lavoro per campare, oggi l’unica preoccupazione che hanno i giocatori è di come investire i loro soldi.

Pensare che con lo stipendio di un anno di un giocatore di serie A si potrebbe tranquillamente comprare una squadra come il Legnano, in effetti fa una certa impressione.
Devo dire la verità: da quando mi occupo delle squadre nazionali, quando mi capita di seguire quelle giovanili, l’Under 16 o l’Under 20, ritrovo ancora quel modo di vivere il calcio, quella passione, quella voglia di giocare soprattutto per divertirsi che mi ricorda tantissimo quella del Legnano di allora. Seguire la nazionale maggiore certe volte è incredibile, non fai in tempo ad arrivare al ritiro che subito ti vedi circondato da decine e decine di giornalisti che ti chiedono di tutto, ti fanno mille domande, propongono mille formazioni. Questo con le giovanili non succede e l’ambiente ne risente sicuramente in modo positivo.

A proposito di nazionale, come ricorda l’esperienza del mondiale della scorsa estate?
Siamo partiti tra le critiche e le polemiche su Calciopoli, è stato davvero difficile. C’era molta pressione nei nostri confronti, nei confronti dei giocatori e nei confronti di Lippi. Per fortuna siamo partiti per il ritiro in Svizzera e questo ci ha permesso di restare un pò più isolati, cosa che ci ha permesso di fare davvero gruppo. Devo dire che tutti i ragazzi hanno reagito benissimo alle difficoltà, tutti quanti hanno saputo accettare le scelte tecniche, chi ha dovuto sedere in panchina lo ha fatto accettando di buon grado la cosa, senza fare polemiche. Questa cosa è stata certamente importante, ha permesso alla squadra di avere quella tranquillità che certamente ha contribuito alla vittoria finale. La squadra è stata davvero eccezionale, un grande gruppo.

Torniamo al Legnano: ha avuto occasione di vederlo quest’anno, nelle due dirette TV?
Purtroppo no, perchè in tutte due le occasioni avevo degli impegni che mi hanno impedito di vederle. Però mi tengo sempre informato sui risultati. Quest’anno la squadra sta andando davvero bene, mi auguro che il Legnano riesca a centrale l’obbiettivo della promozione, sarebbe davvero meritato.

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