LEGNANO – Andrea Cozzi è da poco diventato un calciatore del Legnano e i tifosi non possono che associarlo al papà Giovanni, giocatore lilla che ha fatto la storia della squadra del Carroccio. Il giovane centrocampista classe 2005, arrivato in prestito dall’Alcione, si è dimostrato molto entusiasta della sua scelta. Abbiamo sentito le sue prime impressioni e ripercorso alcune tappe della sua carriera, con anche le sensazioni di papà Giovanni.
Andrea ha iniziato a giocare a calcio all’età di 4 anni con la Roncalli, poi diventata Academy Legnano. Dopo qualche campionato in categoria Giovanissimi, è passato all’Alcione. “Nel complesso è stata un’esperienza formativa molto utile, durata ben 5 anni”. Ha poi continuato: “Senza dubbio, il momento più bello della mia carriera è stato a giugno, quando ho alzato da capitano della Juniores Nazionale Alcione il titolo di Campioni d’Italia. É stata una gioia immensa, uno dei momenti migliori della mia vita, non solo a livello calcistico”.
Quanto il fatto di avere un papà calciatore ha influito sulla tua scelta di intraprendere il suo stesso percorso?
“Certamente ha influito, ma penso che se uno ha il calcio nel sangue, dovrebbe giocare e basta. Senz’altro però, avere un papà del mestiere mi ha aiutato parecchio, soprattutto da ragazzo. Lui mi ha sempre seguito, facendomi notare dove sbagliavo, ma quando era il momento di dirmi bravo l’ha sempre fatto. Purtroppo, da quando è stato male, è più mia mamma che mi segue, però papà continua a darmi consigli sul mondo del calcio che, si sa, non è facile. Lui resta una delle prime persone che chiamo dopo gli allenamenti e le partite”.
Qual è il tuo sogno del cassetto?
“Tendo a vivere il presente, ma un sogno nel cassetto c’è, ed è quello di giocare per il Milan. Diciamo che comunque sono una persona realista e, se devo pensare ad un futuro più prossimo, quello che voglio è fare una buonissima stagione con il Legnano e riuscire a togliermi qualche soddisfazione sia a livello personale che di squadra”.
Cosa ti aspetti da questa stagione Lilla?
“Farò del mio meglio perché giocare nella loro prima squadra è un sogno che ho da quando ero bambino. Prima di essere stato un giocatore sono stato tifoso, fin da piccolo ero sempre in curva. Il Legnano merita un piazzamento migliore di quello in cui si trova, dobbiamo essere umili e combattere ogni partita. Spero di fare un’ottima annata, poi si vedrà cosa succederà l’anno prossimo, visto che sono in prestito”.
Giovanni, nel corso della tua carriera, quali sono stati i momenti più belli e più brutti?
“Ricordo di aver esordito con la maglia Lilla durante un Legnano-Pro Patria, ma giocato a Nerviano in Coppa Italia; la partita era finita 2-0. Indubbiamente il mio momento più bello è stato quando abbiamo vinto il campionato nell’82/83 con il record di punti. Quello più brutto è stato quando ho avuto la lesione al tendine della gamba sinistra nel 1986”.
Quanto è cambiato i mondo del calcio dagli anni ’80 ad oggi?
“È cambiato in maniera notevole, prima si giocava un calcio normale adesso il mondo del calcio è diventata un’industria” ha continuato Giovanni.
Di padre in figlio: Giovanni, che emozione si prova a vedere Andrea indossare la tua stessa maglia?
“È una cosa bella, sono passati 43 anni ma è veramente un’emozione forte e mi riempie di orgoglio”
Invece per te Andrea, cosa significa poter indossare la maglia che Giovanni ha brillantemente onorato?
“Anche per me indossare la stessa maglia che ha indossato lui è motivo di grande orgoglio. Quando è saltata fuori l’occasione di poter tornare a casa, al Legnano, ho chiamato subito papà e lui era quasi in lacrime per la felicità. Quest’anno poi vorrei riuscire a portarlo sui campi, per me sarebbe un emozione grandissima: farmi guardare da mio papà che ha fatto al storia del Legnano”.
Calcisticamente parlando, quali sono i pregi e i difetti di entrambi?
“Chiaramente non l’ho mai visto giocare dal vivo, perché ancora non ero nato – interviene Andrea – ma da quello che so, papà era uno spogliatoio oltre ad essere un terzino fortissimo, di spinta, uno di quei giocatori che oggi manca”. Ha poi continuato Giovanni: “Ho sempre seguito Andrea quando era piccolo, purtroppo nel 2017 ho avuto un problema di salute e non mi è stato più possibile seguirlo come prima. Non riesco quindi a dirvi pregi e difetti, posso però dirvi che è determinato e ha carattere. Sono certo che farà del suo meglio”.