LEGNANO – Dopo il nostro articolo che metteva in luce il declino del prestigio del Legnano Calcio, il Direttore Organizzativo Nicola Caserta ha risposto pubblicamente con un lungo post su Facebook. Un messaggio che, tra giustificazioni e autocelebrazioni, cerca di raccontare il sacrificio personale e il presunto rinascimento lilla sotto la sua guida e quella del presidente Zoppi. Ma, dietro alle parole, rimane una domanda: è davvero sufficiente rivendicare il lavoro svolto per giustificare l’attuale stato delle giovanili e della società?
Caserta scrive: “Il Legnano questa estate non esisteva più, sono rimasto solo a ricostruire tutti i rapporti con istituzioni e tifoseria.” Una dichiarazione che, se presa alla lettera, sottolinea ancora di più il punto critico: come si è arrivati al punto in cui una società storica come il Legnano era praticamente inesistente? Parlare di “sacrifici personali” e di “passione” è lodevole, ma non risponde al problema strutturale di una gestione che negli ultimi anni ha portato la squadra al collasso.
E poi c’è la questione delle giovanili, il vero cuore dell’articolo precedente. Nicola Caserta non dice nulla sul perché oggi per formare una Juniores Elite si debba ricorrere a post sui social, una modalità che non può essere considerata all’altezza di una società con le ambizioni e la storia del Legnano. È bello parlare di “pazienza” e “passione,” ma i giovani talenti non si attraggono con la retorica: servono progetti seri, scouting strutturati e un’immagine societaria solida, elementi che al momento sembrano mancare.
Caserta, poi, rivendica con orgoglio il ritorno al Mari e la dedica della tribuna a “Rombo di Tuono.” Azioni simboliche importanti, certo, ma che non bastano a nascondere i problemi di fondo. Una società non vive di sole cerimonie e simbolismi: vive di progettualità, di risultati e, soprattutto, di credibilità.
Infine, il messaggio si chiude con un appello alla “pazienza” e alla “passione.” Ma quanto ancora si può chiedere pazienza ai tifosi lilla? Per quanto tempo si può vivere di promesse e buoni propositi, senza affrontare le criticità reali che da troppo tempo impediscono al Legnano di ritornare ai fasti di un tempo?
Le parole del dirigente lilla dimostrano un impegno personale che non è in discussione, ma non bastano a colmare il divario tra ciò che il Legnano era e ciò che è oggi. I tifosi meritano di più: meritano una società all’altezza della ultracenteraria storia lilla, non solo nelle intenzioni, ma nei fatti. E questo, al momento, rimane un traguardo lontano.
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